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L'architettura di ogni chiesa narra un intreccio particolare e unico di dibattiti ecclesiali e questioni tecniche, scelte individuali e committenze comunitarie, processi di lunga durata e decisioni repentine. Il volume indaga la storia dell'architettura dei complessi parrocchiali tra gli anni del concilio Vaticano II e l'inizio del nuovo Millennio, muovendo dall'analisi di trenta casi italiani. L'agire architettonico delle comunità cristiane viene raccontato come storia di responsabilità, personali e collettive, e come sequenza di continue modificazioni: le parrocchie sono cantieri mai conclusi, in cui si manifestano passioni mai sopite e aspirazioni mai pienamente raggiunte. L'architettura dei complessi ecclesiali è quindi analizzata come prodotto sociale, esito di articolati processi di ideazione, costruzione e trasformazione, terreno di confronto tra modelli ecclesiologici, disposizioni liturgiche, pratiche sociali e poetiche spaziali. L'edificio e la comunità si rispecchiano vicendevolmente, dalla genesi culturale e teologica del progetto, alle tante negoziazioni quotidiane di adeguamento, adattamento e aggiornamento che trasformano le chiese in architetture senza architetti. Ogni comunità è infatti l'interprete del proprio complesso parrocchiale, opera aperta in cui l'architettura si misura con le sfide poste dall'ospitalità liturgica e sociale cui è chiamata.